lunedì 25 agosto 2014

Deviazione con sorprese


Oggi ho volutamente "sbagliato strada" e con ampia curva verso l'entroterra e solo 4 ore di cammino, son arrivata alla famosa Ostuni. La "mia" Via Francigena si costruisce così anche da sola, soprattutto quando mi lascio condurre dalle sensazioni, gli odori o gli inviti che arrivano al cuore e agli occhi. 
Prima Constantin poi una coppia al mare ieri stesso mi han parlato della festa di Sanf'Oronzo portato a spasso nel fulgore dei suoi cento chili d'argento e accompagnato dal corteo di cavalli e cavalieri bardati di lustrini e ricami. La festa durerà tre giorni e inizia proprio oggi! Vuoi che non mi lasci attrarre? Tanto più che veramente chi mi ha trascinato sin qui fu, più del vescovo Sant'Oronzo, quel Padre Enzo Bianchi della Comunità Monastica di Bose che proprio qui nei dintorni ha una sua Fraternità, dove sarò ospitata per la notte. Così unirò meditazione e l'utile riposo al futile, ma divertente girovagar per queste stradine della"città bianca".
Anche oggi ho trovato il mio angelo custode, anzi più d'uno, nei funzionari del Comune che mi hanno timbrato la Credenziale, offerto un bagno per cambiarmi le scarpe ed indossare le mie ciabatte fuxia e soprattutto tenuto lo zaino per "flaner Ostuni" fra botteghe e boutiques :-)) Per fortuna ho lo zaino che già pesa e ho tutto quel che mi serve ( condivido quanto diceva Diogene passeggiando per il mercato "guarda come sono fortunato, di quante cose non ho bisogno") Così non posso cadere in tentazione di...tipicità. Per quelle mi son limitata alle gastronomiche, pasteggiando con la tipica focaccia e la puccia con olive cipolle e melanzane.
La città è divisa in due, da un lato e sulla piazza sghimbescia al centro, ci sono gli eleganti dehors dei caffè e sulla strada verso la Cattedrale il solito bailamme turistico che sciama da un negozio di souvenirs al chiosco dei gelati, dall'altro anelli di stradine e scalette con viaggiatori con la guida in mano e la macchina fotografica a caccia di angoli da "cartolina". Scantonare è sempre una buona idea perché stan lì, dietro l'angolo le sorprese. Qui un balcone fiorito, là una finestra turchese che fa pendant col portoncino verde mela sotto l'arco poco oltre, lì un fregio barocco, lassù una terrazza sul tetto che manda un filo di jazz al vicolo lì intorno...
Così mi sono nascosta sugli scalini di una bella casa bianca ad ascoltare il vento ed il silenzio, poi mi son concessa un caffè servito in una tazza a pois gialli e ho incontrato...Michel, un bel giovane signore dagli occhi profondi sorridenti e celesti, seduto al tavolino di fronte. Siam finiti a parlar di estetica e di filosofia dell'arte, lui prof alla Sorbona ( parbleu!) e io no ma fa lo stesso. Si sta muovendo zingarando al par mio, ma lui coi mezzi pubblici e io no ma fa lo stesso. E una bella coppia di italiani lì accanto, senza capire una parola di francese si son gustati il nostro cicaleccio con una birra rossa e sorridendo ( però! All'una e sotto il sole caldo...io finirei ciucca e a parlare in giapponese di sicuro)

























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